Rossana Casale

Ero un piccolo pianista appassionato dei Sanremo dell’epoca, dei quali compravo sempre le raccolte di spartiti. Un pomeriggio di quell’anno -era l’89- dopo gli esercizi del Pozzoli e le sonatine di Mozart, come sempre mi ritagliai almeno due ore della musica che volevo io, e, sfogliando la nuovissima raccolta, mi imbattei in un brano che mi aveva colpito perché aveva delle sonorità strane, diverse, degli accordi con delle sigle che non sapevo decifrare: “A che servono gli dei”. 

Sedici anni più tardi, mentre la mia vita di musicista si andava delineando, il destino mi portò a fare una sostituzione in una scuola di musical di Roma (il Lim di Cesare Vangeli) e lì incontrai la docente della classe di canto per cui avrei dovuto suonare: era proprio lei, Rossana Casale, la stessa di Sanremo! Mai avrei immaginato che, dopo altri vent’anni, la sua voce avrebbe cantato un mio brano in un disco mio. Ma nel frattempo di cose ne abbiamo fatte veramente tante: km di viaggi in auto, pranzi, cene, racconti, incazzature e poi risate, infiniti palchi, accordi da scrivere e parole da accompagnare. Di Circo Immaginario (Azzurra Music 2006) ebbi l’onore di realizzare tutti i provini in studio e poi Roxy, di ritorno in macchina da un’apparizione live a Radio1, mi chiese di prendere parte alla tournée teatrale: l’emozione fu fortissima, perché era il primo grande riconoscimento della vita artistica. Da lì ci furono spettacoli teatrali per i quali comporre le musiche (Fiori d’acciaio, Otto donne e un mistero) e nei quali recitare e suonare (Svegliati e sogna, 2010/11). E poi la partecipazione a XFactor 4 e 7 nelle squadre di Mara Maionchi e Mika come vocal coach. E poi nuova musica con altri compagni di viaggio (Francesco Consaga, Ermanno Dodaro, Gino Cardamone, Fabrizio La Fauci) : un disco e una tournée lunga almeno 5 anni (e ripresa nel 2024) dedicata a Gaber (Il Signor G e l’amore, 2014), un altro disco dedicato ad un Natale meno ordinario (Round Christmas, 2016), uno a Joni Mitchell (Joni, Egea 2022) e un nuovo disco di inediti arrangiato da Phil de Laura e scritto a sei mani con Mariella Nava e Grazia Di Michele (Cantautrici: Trialogo, Suoni dall’Italia 2022) col quale abbiamo fatto concerti fino in Svizzera e Albania. 

Maria Laura Baccarini

La stessa scuola di musical di Roma, il LIM, è stata il luogo che ha incrociato la mia strada con quella di Maria Laura Baccarini. In quel periodo, a metà degli anni Duemila, lei stava lasciando l’Italia e una carriera di successo nel teatro musicale (Chicago, A Chorus Line, Cabaret solo per citare la punta dell’iceberg) per proseguire il suo percorso artistico e personale nella capitale francese. Dopo un decennio di sperimentazione e formazione, proprio Parigi ha visto nascere il ciclo di stage denominato “La voix intime”, che oggi ci vede anche fra i docenti di una importante scuola nazionale di teatro (Studio ESCA – Asnières sur Seine). Ma visto che nel frattempo i decenni erano diventati quasi due ci siamo finalmente decisi a calcare la scena dalla stessa parte: così è nato DIALOGUES IMAGINAIRES – DIALOGHI IMMAGINARI, un concerto intimo affidato solo al pianoforte, alla voce e all’immaginazione. In una dimensione sospesa, dove le parole si ergono sui suoni e dove i suoni avvolgono il senso dei testi, le grandi domande esistenziali trovano risposta nell’abbandono totale all’estasi di un sogno infinito. Dialoghi nascosti, forse impossibili, fra poeti e cantautori del nostro tempo: Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Lucio Dalla, Joni Mitchell, Vinicius De Moraes. Testi e note lontani fra loro negli anni e nello spazio, ma legati da un comune sentimento riguardo i tumulti dell’esistenza. Insomma: un’autoseduta di psicoterapia. Un po’ come quelle che io e Marilù facciamo coi nostri allievi cantanti e quelle che ci facciamo davanti una delle nostre tisane a raccontarci dei mesi in cui non ci vediamo.

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